Sono Chiara e di lavoro, lavoro con le parole. Per buona parte della mia vita, ho fatto la copywriter e mi sono occupata di progettazione sociale. Poi, nella mia esistenza, divorata dal dolore cronico, è arrivato l’incontro con l’approccio biopsicosociale, o multidimensionale, o della “scienza applicata” (questa definizione è quella che mi piace di più), che mi ha risollevato dallo stato di “pazza isterica” e mi ha riportato a quello di “creatura umana di sesso femminile”, che ha cambiato le cose, inaspettatamente, come una folata di vento. Ha cambiato non solo il mio modo di vivere e gestire il dolore persistente, dandomi la possibilità reale di stare bene, ma mi ha dato uno sguardo diverso su quello che “voglio fare da grande”. Ho cominciato ad approfondire testi scientifici per capire perché, tutte le soluzioni che mi erano state proposte per venticinque anni, in realtà non erano servite a nulla, se non a farmi star peggio. Ho iniziato ad interessarmi al linguaggio in ottica costruttivista, sono diventata attrice del mio processo di guarigione e ho cominciato, soprattutto, a scrivere “Le Stelline”, un blog di medicina narrativa (nato su Facebook, molto prima di questo sito) in cui l’obiettivo è quello di raccontare il dolore persistente dal mio punto di vista: quello di una paziente curiosa, che per puro caso ha avuto la fortuna di imbattersi in chi le ha fatto conoscere le ultime evidenze scientifiche rispetto al dolore persistente e le vuole raccontare a chi condivide il suo calvario, perché si senta meno solo e confuso, davanti a questo dolore che “non si vede” e di cui nessuno sembra sapere nulla, ma in realtà la scienza sa molto. E da questo “fare”, stanno nascendo piccoli miracoli. Cambiamenti. Chiacchiere. Articoli pubblicati. Interviste. Le mie competenze non sono scomparse: hanno un obiettivo diverso. Sono sempre io. Curiosa di natura. Fotografa, cuoca, viaggiatrice. Con la differenza che sono riuscita a gestire il dolore persistente e ho deciso di condividerlo, per aiutare chi si trova a vivere direttamente o indirettamente l’irragionevole mondo del dolore cronico. Perché ce la si può fare, perché la scienza ci dice che il dolore persistente non è una condanna a vita. Ed è giusto che, questa consapevolezza, diventi patrimonio di tutti.
Spoiler: del dolore cronico si sa molto più di quanto crediate. Quindi, mettetevi comodi, rilassatevi e godetevi il viaggio.